Siamo venuti in possesso di una cartella contenente una trentina di fotografie realizzate lungo i navigli milanesi da Leroy in occasione dei suoi soggiorni in città. Le foto, grazie al colore, ripropongono la bellezza e l'armonia di questo canale, ora scomparso, ed il rimpianto per una Milano a misura d'uomo, accogliente e affabile, anche se molto più povera rispetto alla città attuale. Abbiamo scelto di pubblicare alcune immagini rappresentative dell'intera collezione e speriamo di realizzare presto un libro fotografico che le contenga tutte.
lunedì 29 ottobre 2018
giovedì 18 ottobre 2018
l'epilogo
In
Francia, terminata la collaborazione con Albert Kahn, André tornò
al suo lavoro ordinario di fotografo in una Parigi che non si era
ancora completamente risollevata dalla guerra. Il lungo periodo
trascorso all'estero gli aveva fatto perdere molti committenti e ora
la concorrenza era molto più agguerrita. Per rinnovare
l'attrezzatura dello studio dovette poi investire parecchio denaro
indebitandosi con le banche. Il fotografo proseguì l' attività
ancora per qualche anno ma poi preferì vendere lo studio, saldare
tutti i debiti e partire. Tutto il suo archivio, i negativi, le
lastre andarono purtroppo dispersi: ogni tanto alcune sue immagini
riappaiono presso antiquari o robivecchi come le foto scattate sui
navigli di Milano che abbiamo trovato a Parigi. Giunto a Marsiglia,
André Leroi prese una nave per la Guadalupa e si stabilì nel paese
di Sainte Rose. Non abbiamo alcuna notizia della sua vita sull'isola
e non conosciamo nemmeno la data della sua morte. La sua sepoltura
verrà ritrovata solo nel secondo dopoguerra nel cimitero del
paese. Era un semplice mucchio di terra decorato con una cornice di
conchiglie come sull'isola si usa fare quando le persone sepolte sono
modeste o dimenticate.
domenica 14 ottobre 2018
l'ultimo viaggio a Milano
La
collaborazione di André Leroi per il progetto degli Archives
de la Planète fu
interrotta
nel 1914 con lo scoppio della prima guerra mondiale.
Durante il conflitto il fotografo fu chiamato dal governo francese a
documentare quello che avrebbe dovuto essere per la propaganda un
breve conflitto vittorioso. Leroi poté così riprendere il suo
lavoro solo dopo il i918 e nel 1924 intraprese un lungo viaggio in
Italia e per l'ultima volta soggiornò a Milano. L'albergo del pozzo
era stato chiuso nel 1918 ed il fotografo scelse di soggiornare
all'albergo “Bella Venezia” che si trovava in piazza San Fedele.
Nell'albergo avevano alloggiato nomi illustri come Stendhal, Silvio
Pellico, Giuseppe Mazzini, Cavour e Garibaldi ed era molto apprezzato
dai turisti d'oltralpe perché si parlava francese e gli avvisi erano
scritti anche in quella lingua. Oggi l'edificio che ospitava Il
“Bella Venezia” non esiste più, demolito nel 1930 per far posto
alla sede di una banca. Leroi oltre a fotografare i monumenti e i
luoghi più importanti della città ne approfittò per tornare sui
navigli e riprenderli per l'ultima volta. Il luogo della città che più
aveva ammirato nei suoi viaggi sarebbe infatti scomparso di lì a poco,
coperto per permettere alle automobili di viaggiare più agevolmente in
una Milano che stava diventando la capitale economica d'Italia.
Terminato il suo lavoro il fotografo tornò in Francia
e non fece più nel nostro paese.
martedì 2 ottobre 2018
Lo studio di Parigi
Fu
dopo l'Esposizione Internazionale del Sempione che le strade dei
Lumiere e di André si divisero. La scoperta della fotografia a
colori aveva aperto nuove possibilità di guadagno così Leroi
decisse di mettersi in proprio e di trasferirsi a Parigi in Boulevard
Malesherbes , fuori dalla vecchia cinta daziaria di Parigi, demolita
nel 1860. La casa, costruita dall'architetto
Guillaume-Thérèse-Antoine
Degeorge allievo dell'architetto neoclassico Charles Percier, per
un pittore poi defunto, si sviluppava su tre livelli più un piano
sotterraneo. André la trasformò nella sua casa-laboratorio.
Approfittò delle grandi vetrate del secondo piano per realizzare la
sala di posa e nei locali sotterranei sistemò la camera oscura. A
Parigi cominciò a realizzare moltissime foto della città e presto
ebbe un buon successo tanto che nel 1910 venne chiamato dal banchiere
Albert Kahn a collaborare al progetto degli Archives
de la Planète. Assieme ad altri fotografi
avrebbe girato il mondo per raccontare con le sue immagini a colori
i luoghi più belli del pianeta. Molte sue foto sono conservate oggi
nel Museo Albert-Kahn, nel quartiere Boulogne-Billancourt di Parigi.
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